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LUPIN III: PREQUEL DI WALTHER P.38, scritto da me!

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Ryu, ragazzi, amici, ho terminato di scrivere "LUPIN III: IL PRIMO COMPLICE NON SI SCORDA MAI", 21 pagine dove si racconta come Lupin III abbia incontrato il "Doc" di "WALTHER P.38". Lo pubblico a puntate qui ? Attendo risposta!

    Marco Poggi


 
Pubblicato : 19/01/2006 3:21 pm
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P.S.: Per Lupin: sii clemente con me. D'altronde, è il mio primo racconto dedicato al personaggio di Monkey Punch! Inoltre, parliamo di un Lupin III e di un "Doc" giovani ed ancora un pò "inesperti".

si, scusami, hai ragione, mi son fatto prendere dalla storia ::)

continuo a dire che è molto avvincente ed interessante 😉


 
Pubblicato : 26/01/2006 6:28 pm
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P.S.: Per Lupin: sii clemente con me. D'altronde, è il mio primo racconto dedicato al personaggio di Monkey Punch! Inoltre, parliamo di un Lupin III e di un "Doc" giovani ed ancora un pò "inesperti".

si, scusami, hai ragione, mi son fatto prendere dalla storia  ::)

continuo a dire che è molto avvincente ed interessante  😉

Ieri ho cercato di correggere certe cose del finale, però ho lasciato perdere. Ho deciso di proporlo così come l'ho scritto, sulle modifiche ne discuteremo assieme, ok ?

Marco Poggi


 
Pubblicato : 27/01/2006 3:28 pm
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“LUPIN III- IL PRIMO COMPLICE NON SI SCORDA MAI.”
Un racconto di Marco Poggi, basato sul personaggio di Monkey Punch e sullo special tv numero 9 del 1997, “WALTHER P. 38 – THE ISLAND OF ASSASSINS”, in Italia conosciuto col titolo di “NOME IN CODICE: TARANTOLA” (QUARTA PARTE).

- Ciao, spione! – iniziò a dire, sorridendo – Non lo sai che é ineducato entrare in casa d’altri senza essere invitati ? Inoltre, mi devi anche un pomello nuovo! – e l’ultimo arrivato rispose:
- Ehi, ehi, calma signor Lupin III, non voglio farti del male! – un sospiro e poi chiese – Posso alzare la testa ? – e Lupin, aggrottando le ciglia, disse:
- Certo, ma niente mosse false! – l’uomo alzò la testa, si girò di fronte a Lupin e il nostro esclamò:– Ehi, ma sei il mio rivale dell’altra sera! –
- Si, sono io! – rispose l’ultimo arrivato.
- Come mi hai trovato, non lo sai che il mio nascondiglio è segreto ?  – domandò Lupin, non abbassando la sua arma.
- Non per certi informatori e quelli che frequento io, amico, sanno tutto! – rispose l’uomo.
- Okay, mi hai trovato, ora che si fa ? Duello western, arti marziali, boxe, coltello, spada, scegli tu l’arma! –disse Lupin.
- No, no, no! – affermò l’uomo – Sono qui perché sono rimasto stupefatto dalla tua tecnica ladresca e volevo diventare il tuo “socio in affari”! – Lupin abbassò la pistola e ripeté:
- Diventare il mio “socio in affari” ? Interessante, ma…Non è che sei venuto per qualcosa ? –
- E per che cosa ? – Lupin si avvicinò al cassetto, dove aveva riposto il diamante, l’aprì, tirò fuori il prezioso e glielo lanciò dicendo:
- Per riprenderti questa pietra, che l’altra sera volevi rubare a me! –
- Inizialmente si! – disse l’uomo misterioso – Ma perché essere rivali, visto che gli altri ci credono complici ? – l’uomo, dopo averla controllata per alcuni secondi, restituì la pietra a Lupin, lanciandogliela a sua volta e Lupin, afferrando il diamante disse un secco:
- No! Non mi metto in affari con un assassino! – e l’uomo, digrignando i denti, chiese:
- Perché ? – e Lupin:
- Io non uccido i poliziotti! Si, certo, li prendo in giro, li tramortisco, ma non li uccido come hai fatto tu! – e l’uomo:
- Potrei “cambiare tattica”, pur di entrare nella tua banda! – e Lupin, riponendo il diamante nel cassetto, esclamò:
- Non c’è nessuna “banda Lupin”, c’è Lupin III e basta! – e l’uomo:
- E non ti senti solo, non hai voglia di sfogarti con qualcuno ? – e Lupin:
- Tu, forse ? Cosa sai fare ? –
- Ohh, mi diletto in gas e solventi, oltre che essere un abile pistolero! – disse l’uomo.
- Come ti chiami ? – chiese Lupin.
- Tom Timble, ma mi chiamano anche “Serpente Velenoso”! – rispose l’uomo.
- IIIKK! CHE ORRORE DI SPORANNOME! – esclamò Lupin, inorridito.
-Sarà bello il tuo, “faccia da scimmia”! – ribatté l’uomo.
- Ah, ah, ah, ah! – si mette a ridere Lupin – Sei divertente, amico, forse non sei così irrecuperabile! – e l’uomo, sorridendo disse:
- Vuoi dire che mi prendi come tuo socio ? – e Lupin III:
-UH-MMMM! – borbottò Lupin, facendo di sì col capo – Ma ad un patto: tu sparerai per uccidere quando lo dirò io e se io lo riterrò necessario! -
- D’accordo, socio! – disse l’uomo tendendogli la mano.
- Si, socio! – rispose Lupin, prendendogli la mano – E ora, per cementare la nostra amicizia, Tommy boy, andiamoci ad ubriacare in un localino che conosco io…Ci sono donne in topless da favola…SLURP! – esclamò, sbavando addosso – Roba d’alta classe, non ragazze di poco conto! – e Tom:
- D’accordo, Lupin, andiamoci ad ubriacare, fai strada che io ti seguo! – e i due uscirono dalla capanna come vecchi amici del college.

FINE QUARTA PARTE.

  Marco Poggi


 
Pubblicato : 27/01/2006 7:34 pm
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Famed Member
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Ecco, ho pubblicato un dialogo fondamentale del racconto, quello che lega "Doc" a Lupin. Gli ho persino fornito un nome ed un soprannome, Tom "Serpente Velenoso" Timble. Certo, potevo rimandare tutto a lunedì prossimo, ma lunedì prossimo c'è una quinta parte sostanziosa e quindi volevo concludere il "reclutamento". Ebbene, opinioni ?

Marco Poggi


 
Pubblicato : 27/01/2006 7:37 pm
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LUPIN III- IL PRIMO COMPLICE NON SI SCORDA MAI.”
Un racconto di Marco Poggi, basato sul personaggio di Monkey Punch e sullo special tv numero 9 del 1997, “WALTHER P. 38 – THE ISLAND OF ASSASSINS”, in Italia conosciuto col titolo di “NOME IN CODICE: TARANTOLA” (QUINTA PARTE).

Passarono molti mesi, e Lupin e Tom organizzarono molti furti clamorosi assieme. Erano i ladri più ricercati dalle polizie di tutto il mondo, i giornali davano risalto alle loro imprese, anche se le prime pagine erano dedicate solo a Lupin. Tom soffriva nel vedere solo la faccia del suo socio nei notiziari ed iniziava a covare una certa invidia. Voleva la gloria e la fama, voleva la sua foto in prima pagina, voleva essere riconosciuto con qualche appellativo migliore di “complice del re dei ladri”. Lupin, però, lo rincuorava, dicendogli di lasciar perdere i commenti dei mass media.
Una sera, a Chicago, Lupin era fuori, mentre Tom era rimasto nel nascondiglio per testare nel laboratorio alcuni composti chimici. Gas lacrimogeni, acidi che squagliavano i metalli e combustibili che s’incendiavano a contatto con l’aria non erano un segreto per lui, che aveva una laurea in chimica. Tom lavorava febbrilmente, covando dentro di sé la convinzione che un giorno sarebbe divenuto più famoso del suo socio. Quando Lupin III rincasò, Tom era ancora rintanato nel suo laboratorio. Fu Lupin a distoglierlo dai suoi esperimenti, entrando furtivo nella stanza e dicendo:
- Buonasera, Tom, non dai il benvenuto al tuo amico che è ritornato ? –
- Era ora, Lupin. Dove sei stato tutto questo tempo ? – domandò Tom, ancora intento a scrutare il suo microscopio.
- Viene in salotto e te lo dirò, “scienziato”. – gli rispose il ladro.
Quando i due si furono accomodati in salotto, Lupin offri a Tom un bicchiere di whisky ed iniziò a dire:
- Sai dove sono stato, Tom ? A casa di don Germano Acquasanta, uno dei boss più potenti di Chicago. L’uomo che possiede un’inestimabile collezione di monete antiche, che a me fa gola da qualche tempo! – e Tom, bevendo velocemente il suo whisky, ripeté:
- Don Germano Acquasanta ? Tu sei riuscito a scampare alla morte, entrando ed uscendo incolume dalla villa di quel mafioso ? Ma come hai fatto ? – e Lupin, lanciandogli una maschera di gomma che aveva tirato fuori dalla tasca della sua giacca, gli rispose:
- Con questa! E’ la riproduzione esatta della faccia di uno dei suoi tirapiedi, che ho ovviamente narcotizzato, prima di entrare nella sua casa! – e Tom, sorridendo, disse:
- E’ fantastico…Ora fammi vedere le monete! –  ma Lupin, con un ghigno, confessò:
- Ih, ih, ih! Non le ho con me! – e Tom, gettando la maschera a terra e prendendo Lupin per il bavero della giacca, esclamò :
- Tu sei pazzo! T’infiltri in un covo di mafiosi per rubare quelle monete preziose e torni qua a mani vuote! – e poi chiese – Perché ? –
- Perché sarebbe stato troppo facile gabbare don Germano, in questo modo! – gli rispose, liberandosi dalla presa.
- Raccontami ciò che hai fatto! – disse Tom, digrignando i denti.
- Dovevi vederlo, amico mio. – iniziò a dire Lupin – Quando sono entrato nello studio di don Germano, infiltrandomi fra le sue guardie del corpo, il vecchio era intento a rimirare la sua collezione di monete, con la lente d’ingrandimento. Guardandomi attorno, capii che il mafioso era pieno di roba di valore (gioielli, quadri, candelabri dorati). Tesori sottratti ai legittimi proprietari con il sangue, tesori che avevano reso don Germano una persona ricca e potente. Roba che il vecchio neanche guarda con interesse, perché ritiene che le sue monete preziose abbiano un valore più grande! Dovevi vederlo come le rimirava una per una con avidità. Mi domando perché uno zotico come don Germano possa meritarsi tutto questo “ben di Dio”, quando noi “poveri ladri” ci dobbiamo accontentare delle briciole. – Tom, iniziando a perdere la pazienza, lo interruppe e imprecò:
- Sorvola su queste inezie e dimmi perché non gli hai sfilato subito dalle mani quelle monete! – e Lupin, sorridendo:
- Perché l’ho sfidato! – e Tom, stupito, esclamò:
- Coosa ? Ti sei fatto scoprire così ? Ma sei pazzo! –
- Quel grassone baffuto aveva bisogno di una lezione, Tom, e non appena sono entrato nel suo studio, mi sono tolto volontariamente la maschera, rivelandomi a lui! – disse Lupin – Poi, estraendo la mia Walther, gli dissi: “Entro tre giorni, don Germano, ti sottrarrò le tue preziose monete!” Dopodiché, scappai via, lasciando il mafioso e i suoi uomini con un palmo di naso! – e Tom chiese:
- E tu, dopo tutta quella fatica che hai fatto per entrare nella dimora di quel tipo, vorresti ritornarci entro tre giorni, per rubare le monete ? – e Lupin:
- Si, non è geniale ? – e Tom, rispose:
- No, è stupido! Potevi prenderti il malloppo, prima di andartene. Ora don Germano starà all’erta e potrebbe ucciderti, se tu ritornerai a casa sua! – e Lupin:
- Si, ma almeno sarà stimolante. Entrare nella villa di don Germano Acquasanta, il boss più protetto di Chicago, è stato una cosa così facile per me, che quasi mi mettevo a  piangere! – poi, vedendo Tom verde dalla rabbia, Lupin  gli domandò - Cosa c’è che non va, Tom, non ti piace la mia idea ? -
- No. Mi sono ricordato che ho da fare in laboratorio! – gli rispose Tom – Complimenti, signor Lupin III, spero che ti sparino a vista, non appena ritornerai in quella villa! – e chiuse la porta a chiave, lasciando un Lupin pensieroso e deluso.

FINE QUINTA PARTE

Marco Poggi


 
Pubblicato : 30/01/2006 3:33 pm
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Come sappiamo, Jigen e Goeomon preferiscono agire senza troppi clamori accanto a Lupin, ma non il giovane "Doc", che vorrebbe essere come Lupin e avere la medesima importanza. Una volta Goeomon disse a Lupin che non possono esistere due re del crimine (episodio "GOEMON IL SAMURAI" della prima serie), ma Doc la pensa diversamente. Alleandosi con Lupin, credeva di essere considerato dai media alla stregua di un Sundance Kid (il collega di Butch Cassidy), di avere fama e notorietà. Invece, tutti i riflettori sono per il nostro Arsenico e ciò fa scaturire in Doc un'invidia che lo porterà a tradire il suo complice. Insomma, Doc non considera Lupin un amico, ma un mezzo per diventare famoso e ricco, ed è questo che lo porterà alla perdizione! E' comunque, un Doc acerbo e giovane, diverso dall'uomo che calcola tutto alla perfezione di "WALTHER P. 38". Non perdete la sesta parte, sarà molto esauriente circa il giovane Doc!

Marco Poggi


 
Pubblicato : 30/01/2006 3:43 pm
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la faccenda si fa interessante ... 😎
davvero un bel racconto.


 
Pubblicato : 31/01/2006 6:57 pm
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“LUPIN III- IL PRIMO COMPLICE NON SI SCORDA MAI.”
Un racconto di Marco Poggi, basato sul personaggio di Monkey Punch e sullo special tv numero 9 del 1997, “WALTHER P. 38 – THE ISLAND OF ASSASSINS”, in Italia conosciuto col titolo di “NOME IN CODICE: TARANTOLA” (SESTA PARTE).

Un paio di notti dopo, un uomo vestito di nero era abilmente entrato nel giardino della villa di don Germano Acquasanta, che si trovava fuori città. Abilmente uccise le guardie che si trovavano all’esterno della villa, usando il filo di ferro che nascondeva nell’orologio da polso. Poi con un balzo, il ladro in nero arrivò sul tetto e con i grimaldelli forzò la finestra dello studio del mafioso. Entrato dentro, si mise gli occhiali ad infrarossi, per poter vedere al buio, e si diresse verso la cassaforte, nascosta dietro ad un quadro vicino alla scrivania. Con abilità, il ladro tirò fuori della sua sacca, che si era portato dietro, un congegno elettronico per scoprire la combinazione della cassaforte e dopo un minuto e mezzo l’aprì. I suoi occhi riconobbero subito ciò che stava cercando: le monete antiche così tanto care a don Germano e fece un breve sussulto di gioia. Le sue mani stavano per impadronirsi del malloppo quando la luce si accese di colpo. Il ladro si voltò di scatto e trovò davanti ai suoi occhi don Germano Acquasanta, accompagnato da alcune guardie del corpo, che lo teneva sotto tiro. L’uomo mascherato fece per prendere la sua pistola per difendersi, ma una delle guardie fu più rapida di lui e, con un colpo preciso, gli prese il braccio destro. La pistola automatica cadde a terra e, con la mano sinistra, il ladro si strinse il braccio destro ferito. Don Germano Acquasanta sorrise sotto i baffi e con un cenno ordinò a due dei suoi guardaspalle di portargli il ladro, perché lo voleva vedere in faccia. Le due guardie obbedirono all’ordine e trascinarono il ladro al cospetto di don Germano.
- Bene, bene, bene. – iniziò a dire uno dei boss più potenti di Chicago – E così, sei tornato nella mia villa per sottrarmi le monete antiche, come avevi detto, Lupin III, eh ? Beh, ti comunico che hai fatto male i tuoi calcoli, ladruncolo da strapazzo! Ma perché quella maschera nera, Lupin ? Fatti vedere in faccia, codardo! – e con vigore, tolse con la mano sinistra la maschera al ladro ferito – Cooosa ??? – imprecò il boss, gettando la maschera a terra – Ma tu non sei Lupin III! – e il ladro, ripeté sorridendo:
- No, don Germano Acquasanta, non sono Lupin III! Sono un ladro che è stufo di dover essere il numero due del giro! –
- E come ti chiami ? – domandò il boss, prendendolo per i capelli – Avanti, dimmelo! Come ti chiami ? – e il ladro:
- Tom Timble, detto “Serpente velenoso”, signore. – fece un sospiro e poi confessò – Sono il complice di Lupin III! –
- Come ? Lupin è così codardo da mandare un suo sottoposto a derubarmi ? – urlò don Germano – Ragazzi, - si rivolse ai suoi “gorilla” – conoscete quest’uomo ? –
- No, non lo conosco. – disse uno, armato di mitra.
- Neanch’io, don Germano. – confessò un secondo, con una 38 special in mano.
- Aspetti, mi faccia pensare, don Germano…Ma si! – esclamò un terzo, armato di Luger – Era sul giornale accanto a Lupin…Non l’avevo riconosciuto subito…E’ il complice di Lupin, anche se non mi ricordavo il suo nome. Sa, signore, io non faccio caso ai complici dei grandi ladri! –
Don Germano si voltò verso Tom Timble e, dopo aver caricato la sua 357 Magnum, gli chiese:
- Ora dammi una buona ragione perché non debba farti saltare il cervello, okay ? – e Tom:
- Volevo anticipare Lupin sul tempo e soffiargli le monete antiche dalle mani! – e il boss, colpendolo forte con il calcio della pistola, esclamò:
- Maledetto! Per una stupida lite fra complici, tu ti sei intromesso nella sfida fra me e Lupin III! Cosa devo farne di te, dimmelo ? – e Tom, rialzando la testa, gli rispose:
- Aspetti! Potremmo metterci d’accordo assieme. Possiamo incastrare Lupin…Non prema quel grilletto, don Germano! – e il boss, arrabbiato, disse:
- No, tu potresti fregare anche me. Addio! –
Don Germano puntò la canna della sua arma in mezzo alla fronte di Tom. Il giovane ladro iniziò a sudare freddo, perché pensava che i suoi ultimi istanti di vita erano suonati. Guardò il viso del mafioso che rideva sotto i baffi e iniziò, fra sé e sé, a maledire Lupin III perché non aveva rubato subito le monete. Poi, mentre il destino del cosiddetto “Serpente Velenoso” stava per compiersi, una buffa risata si sparse per tutta la stanza.

FINE SESTA PARTE

Marco Poggi


 
Pubblicato : 02/02/2006 1:30 pm
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Il giovane Doc è scapestrato, impulsivo, inesperto, diverso dalla fredda macchina calcolatrice vista nell'anime del 1997. Eppure, già vuole cercare di superare il maestro e vuole tentare il colpo da solo e anticipare Lupin...Ma viene beffato. Quando si è un mister nobody (signore nessuno) nel mondo del crimine, si deve tentare dal basso. Doc, invece, punta subito in alto e fallisce.

Marco Poggi


 
Pubblicato : 02/02/2006 1:38 pm
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Da oggi in poi, salterò il titolo e scriverò solo quale parte è, ok ?

Marco Poggi


 
Pubblicato : 06/02/2006 2:51 pm
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(SETTIMA PARTE)

- Chi diavolo ride così ? – iniziò a dire don Germano, gettando un occhio dappertutto – Chi si beffa di me ? – e la voce proveniente dal nulla, smise di ridere e gli rispose:
- Sono Lupin III, don Germano! Sono venuto a sottrarle le monete, come le avevo promesso! –
- Lupin III ? – dissero tutti.
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Lupin! – gridò Tom – Sei forse venuto a farti beffe di me ? –
- Sta zitto, tu! – esclamò una delle due guardie che trattenevano Tom Timble.
- Si, sta zitto, mistificatore da quattro soldi! – ripeté don Germano, colpendo “Serpente Velenoso” alla mascella e facendolo svenire – Lupin! – urlò, volgendo  lo sguardo verso l’alto – Dove ti sei nascosto ? – e Lupin, ridendo:
- Ih! Ih! Ih! Indovina un po’ ? –
Don Germano iniziò a sparare verso la parete, perché credeva che da quella direzione provenisse la voce. Sapeva che Lupin III era abile a travestirsi anche da oggetto inanimato, lo aveva imparato in Giappone da un vecchio ladro. Ma Lupin, ridendo, lo rimproverò dicendo:
- Don Germano, don Germano…No, no, no! Così rovini solo il tuo studio. Pensaci bene, non sono nascosto dietro una parete! –
Il boss, allora, si ricordò che Lupin III era anche un abile ventriloquo. E supponendo che uno dei suoi uomini fosse, in realtà, il ladro che l’aveva sfidato, iniziò a scrutarli uno per uno.
- Lupin, non ti servirà a nulla esserti travestito da guardia del corpo! – esclamò don Germano – Credevi che cascassi nel tuo trucco una seconda volta ? So che sei qui e lo proverò così! –
Don Germano iniziò a pizzicare sulle guance i suoi stessi tirapiedi, sperando di trovare il ladro, che credeva si nascondesse fra i suoi celandosi dietro una maschera di gomma. Gli uomini non opposero resistenza, perché don Germano puntava loro la canna della pistola sulla fronte. Con le dita della mano sinistra, il boss di Chicago pizzicava il volto dei suoi  uomini, ma nessuno sembrava avere una maschera di gomma sul volto. Allora, si chinò a terra verso lo svenuto Tom, pensando che Lupin si fosse travestito apposta da complice per sorprenderlo, e gli toccò la faccia. Ma anche il “Serpente Velenoso” non portava maschere di gomma. Impazzito, don Germano stava per urlare, quando, all’improvviso si aprì la porta. Tutti si voltarono e riconobbero…UN ALTRO DON GERMANO ACQUASANTA, che sembrava stordito da un colpo in testa.
- Ahh! – si lamentava il secondo Germano Acquasanta, toccandosi la testa con la mano destra – Che cosa avete da guardare ? Non mi riconoscete ? Sono il vostro capo, quello che vi comanda è Lupin travestito da me! Alcuni minuti fa mi ha dato un colpo in testa con il calcio della sua pistola, approfittando del buio! –
- Non credetegli! – esclamò il primo don Germano – E’ Lupin travestito…Catturatelo! –
- Non dire sciocchezze, Lupin! – imprecò il secondo boss – Sei un abile ventriloquo, puoi aver inscenato tutto quanto, per farti beffe dei miei uomini! Ragazzi! – ordinò, rivolgendosi alle guardie del corpo – Prendete e immobilizzate questo impostore con una robusta corda! –
E le guardie del corpo, arrabbiate perché il primo don Germano le aveva sottoposte alla “Tortura della guancia”, obbedirono all’ultimo arrivato e immobilizzarono colui che fino a pochi istanti prima dava gli ordini. Dopodiché, lo legarono con una corda, come da ordini, e resero omaggio al secondo don Germano.
- Bene. – disse don Germano all’uomo legato – E così, Lupin, credevi di abbindolarmi travestendoti da me per impossessarti delle mie monete antiche, vero ? –
- Maledetto…Io non sono Lupin…Tu lo sei! AHH! – si prese un bello schiaffo da don Germano:
- Non dire bugie, Lupin, il tuo gioco è scoperto! – esclamò il mafioso avviandosi verso la cassaforte, dando una rapida occhiata a Tom, che era ancora svenuto – Ti eri accordato con il tuo complice per raggirarmi, ma ti è andata male!  -
Don Germano prese le monete dalla cassaforte e le mostrò al suo sosia dicendo:
- Volevi prendere queste, vero ? Ma ti è andata male! – ed iniziò a ridere come uno scemo, mettendosi le monete in tasca.
- Riconoscerei questa risata anche all’inferno! – esclamò il don Germano legato – Tu sei Lupin III, come avevo detto prima! La tua risata, ti ha tradito, dannato ladro! – e il secondo don Germano, continuando a ridere, confessò:
- E va bene, don Germano, hai vinto tu. Sono io il vero Lupin III! – e si strappò la maschera dal volto.
- Uccidetelo! – ordinò don Germano, mentre faceva cenno ad un suo uomo di slegarlo dalle corde.
- Se fossi in voi non farei delle mosse brusche, ragazzi! – disse Lupin, impugnando la Walther P. 38 d’argento con la mano destra e un telecomando con la mano sinistra -  Ho piazzato dei microfoni l’ultima volta, che possono fare dei danni irreparabili, se sfioro questo tasto. –

(FINE SETTIMA PARTE)

  Marco Poggi    


 
Pubblicato : 06/02/2006 2:55 pm
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(SETTIMA PARTE - CONCLUSIONE)

Gli uomini indietreggiarono e Lupin si chinò verso Tom per svegliarlo e avvertirlo che era il momento di scappare. Tom si riprese e Lupin commise l’errore di voltarsi verso il complice per un secondo. Gli uomini di don Germano cercarono di approfittare della situazione per sorprendere il ladro, ma questi schiacciò il bottone del telecomando e subito la parete dietro a lui esplose. Poi, nello stesso tempo, fece fuoco con la pistola e colpì un paio di guardie. Don Germano cercò d’impossessarsi della sua 357 Magnum, ma fu anticipato da Tom che, ancora semi-incosciente, fece fuoco con la sua automatica, uccidendo il boss. Indietreggiando, Lupin III e Tom Timble uscirono dal buco, lasciando i killer del boss con un palmo di naso. I proiettili dei mitra fioccarono, però Lupin e Tom raggiunsero lo stesso la Mercedes che partì a razzo.
Quando furono lontani dal crepitio delle pallottole, la macchina rallentò e Lupin e Tom iniziarono a parlare.
- Beh ? Non mi ringrazi ? – iniziò a dire Lupin.
- No! – disse Tom – Stasera salvandomi la vita mi hai umiliato! – e Lupin:
- Ah, sul serio ? Ma non eri tu quello che voleva tradirmi, prendendosi le monete tutte per se ? – cambiò tono e poi chiese – Cosa volevi dimostrare, Tom, che eri più bravo di me ? – e Tom, livido di rabbia, rispose:
- Pensa quello che vuoi! Ahhh! – si toccò la spalla destra.
- Ti fa male ? – chiese, ancora, Lupin – Andiamo nel nostro nascondiglio a medicare quella ferita! – e Tom:
- Non fare il buon Samaritano con me, Lupin III, non ci casco. Non scorderò mai questa tremenda umiliazione! – e Lupin, cambiando discorso, domandò:
- Non era necessario che uccidessi don Germano, Tom! Perché lo hai fatto ? –
- Volevo pareggiare un conto…Mi ha trattato come un leccapiedi! – rispose Tom.
- Ora dovremo scappare da Chicago, per non incorrere nella vendetta dei suoi uomini. – disse Lupin.
- Tu hai in mente un luogo sicuro ? – chiese Tom.
- Si, le Hawaii. – rispose Lupin - Partiremo domani all’alba. Ho in mente un colpo niente male, che ci frutterà un bel po’ di danaro per “certe” altre imprese che ho in mente! –

(FINE SETTIMA PARTE - CONCLUSIONE)

Marco Poggi


 
Pubblicato : 06/02/2006 2:57 pm
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Accidenti alle parole contate, non mi è bastato eliminare il titolo, ho dovuto inserire un secondo post, per concludere la settima parte! La parte centrale della storia si conclude qua, con il salvataggio di Doc da parte di Lupin e con l'inizio della fine della collaborazione fra i due. Lupin per salvare Doc utilizza vecchi trucchi, spero che apprezziate. Preparatevi, perché dall'ottava parte in poi, inizia la vendetta di Doc su Lupin!

Marco Poggi


 
Pubblicato : 06/02/2006 3:08 pm
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(OTTAVA PARTE)

Tom non rispose al suo complice, lasciò che Lupin fantasticasse ad alta voce. Arrivati al nascondiglio, mentre Lupin s’informava sul primo volo per le Hawaii al telefono, Tom Timble, chiuso nel suo laboratorio, si medicava la spalla. Il suo volto era cupo, la sua delusione era grande. Il giovane ladro voleva battere sul tempo colui che era definito il re dei ladri, soffiandogli dalle dita le monete antiche di don Germano Acquasanta, ma questi si dimostrò più scaltro e più abile di lui. L’unica maniera per lavare l’onta subita, era quella di fargliela pagare cara. Iniziò, così, a studiare un metodo per troncare quest'alleanza definitivamente. Uccidere Lupin III a Chicago sarebbe stato semplice, ma il nipote del famoso ladro francese si meritava un trattamento diverso. Lupin III doveva morire, certo, ma in maniera spettacolare e per mano del suo “amico” Tom Timble. Così, il giovane ladro rimandò la sua vendetta e, silenziosamente, iniziò a mettere tutto il suo necessario in valigia, in vista di quello che sarebbe diventato il suo ultimo viaggio che avrebbe fatto assieme a Lupin III.
Il giorno dopo, i due ladri, travestiti da prete (Tom) e da suora (Lupin III), presero il primo volo per le Hawaii. Tom fissava Lupin, che gli parlava di belle donne, e se lo immaginava con una pallottola in pieno petto. Odiava la sua risata, odiava il suo volto da scimmia, odiava il suo modo di comportarsi e gli invidiava la fama e l’intelligenza. Solo una cosa amava del suo complice: la Walther P. 38 d’argento. Già, quell’arma che faceva di Lupin III un ladro elegante e nobile. Tom non era imparentato con un ladro famoso, ma credeva che se avesse avuto fra le mani quella pistola, almeno si sarebbe sentito più importante. Con la Walther P. 38 nelle sue mani, avrebbe dimostrato al mondo che non solo avrebbe ucciso il re dei ladri, ma che avrebbe avuto anche il rispetto e la fama che il fato gli aveva sempre negato.
L’aereo atterrò alle Hawaii in orario e, dopo essersi sbarazzati dei loro travestimenti ecclesiastici nel bagno dell’aeroporto, Lupin III e Tom Timble chiamarono un taxi e si fecero portare al “WAIKIKI HOTEL”, dove prenotarono una camera facendosi passare per due giornalisti. Lupin si diede alla pazza gioia, frequentando donne, spiaggia e night club, mentre Tom si chiuse in camera, allestendo il suo laboratorio scientifico. Lupin III non comprendeva, o fingeva di non comprendere, la ragione dell’isolamento del suo complice e, scrollando le spalle, lo lasciò alle sue formule chimiche.
Dopo qualche giorno, la Mercedes SSK gialla di Lupin III, guidata da un impiegato di una ditta di trasporti americana, si fermò davanti al “WAIKIKI HOTEL”. Il ladro, infatti, aveva chiesto che la sua auto, che era parcheggiata nei pressi dell’aeroporto di Chicago, gli fosse riconsegnata alle Hawaii. Soddisfatto, Lupin aprì uno sportello dell’auto e tirò fuori una mappa arrotolata. Dopodiché, salì in camera e avvertì Tom che era giunto il momento d’illustrargli il suo piano. Tom lasciò, allora, il suo laboratorio e raggiunse Lupin che, nel frattempo, aveva srotolato la mappa mettendola sopra un tavolo.

(FINE OTTAVA PARTE)

Marco Poggi


 
Pubblicato : 09/02/2006 3:13 pm
Post: 3321
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Doc inizia preparare, in questa ottava parte, la sua vendetta nei confronti di Lupin. Ciò che mi premeva in questo racconto, amici miei, era il rapporto fra i due complici, gli altri personaggi sono comparse a loro confronto. Tutto è stato raccontato in maniera realistica (il recupero dell'auto di Lupin, negli anime spesso dimenticata quando apparentemente viene distrutta, è realistico), anche il fatto che il giovane Doc non è certo di nobili origini, ma solo un ladro che vuole tutto e subito. Voi che dite, vi piace ? Coraggio, se avete obiezioni, dite pure!

Marco Poggi


 
Pubblicato : 09/02/2006 3:17 pm
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