Ryu, ragazzi, amici, ho terminato di scrivere "LUPIN III: IL PRIMO COMPLICE NON SI SCORDA MAI", 21 pagine dove si racconta come Lupin III abbia incontrato il "Doc" di "WALTHER P.38". Lo pubblico a puntate qui ? Attendo risposta!
Marco Poggi
(NONA PARTE)
Lupin non perse tempo e iniziò a dire al suo complice:
- Tom, il momento di agire è vicino. Spero che tu abbia messo da parte la delusione del nostro ultimo colpo, perché stavolta ho bisogno del tuo aiuto per portare a buon fine il piano! -
- Sono tutt’orecchi e occhi, Lupin! – esclamò Tom, chinandosi sulla mappa.
- Il nostro obiettivo è questa banca, la “FIRST HAWAIIAN BANK”! – disse Lupin, indicando l’edificio in questione, contrassegnato da una croce – E’ la banca più fornita delle Hawaii, più di 100 milioni di dollari d’introiti ogni mese, messi in cassaforte! Noi la rapineremo e fuggiremo in auto! –
- E i poliziotti ? – chiese Tom.
- Li semineremo al “Picco del diavolo”, in questa zona! – rispose Lupin, indicando un picco vicino alla spiaggia – Raggiunto il Picco, metteremo tutti i soldi rubati dentro un piper e fuggiremo per via aerea. – e Tom, sorridendo, disse:
- Un ottimo piano, Lupin. Poi, cosa faremo ? Ci divideremo il “malloppo” ? – Lupin scosse la testa e affermò:
- Per niente, Tom! Questo denaro serve per finanziare altri colpi più ambiziosi e non dev’essere speso per i nostri capricci! D’altronde, è solo una banca “infarcita” di dollari, senza particolari sistemi di sicurezza! – e Tom, stupido, domandò di nuovo:
- Allora, perché la rapiniamo ? – e Lupin replicò, sorridendo:
- Perché dei ladri non fanno la fila per prelevare dei soldi…Svuotano la cassaforte e basta! –
- Quando agiremo ? –
- Domani a mezzogiorno, Tom! – sentenziò Lupin – Occupati del noleggio del piper, Tom, i tempi dovranno essere rispettati al secondo e niente dovrà andare storto! –
- Bene, Lupin, ci siamo intesi! – disse Tom, sorridendo.
- Sono contento che tu sia d’accordo con me, Tommy boy. Ora, amico mio, che ne diresti di venire con me al night club per vedere le ballerine hawaiane, ballare la hula ? – domandò Lupin.
- No, Lupin, grazie! – rispose Tom – Ho da fare in laboratorio, lo sai! –
- Certo che sei strano, amico. E' da quando che siamo venuti alle Hawaii che sei strano! – esclamò Lupin, avviandosi verso l’uscita – Invece di divertirti e uscire fuori, passi tutto il giorno in quel tuo laboratorio puzzolente! A volte mi chiedo perché ti ho preso con me come socio! –
- Me lo chiedo anch’io, Lupin, me lo chiedo anch’io! – digrignò Tom, fra i denti.
- Beh, fa come vuoi, io non mi perderò di certo le ballerine di hula! Ci si vede, “musone”! – disse Lupin, facendo una smorfia e chiudendo la porta.
Tom, senza ripensarci, tornò in laboratorio. Il colpo alla “FIRST HAWAIIAN BANK” era l’occasione giusta per attuare la sua vendetta. Secondo il suo piano, il momento migliore per far fuori Lupin III era al “Picco del diavolo”, non appena il piper avrebbe spiccato il volo con il denaro a bordo. Ma per ingannare una volpe come il nipote di Arsène Lupin, Tom Timble doveva trovare la maniera di rallentarne, per alcuni istanti, i riflessi. Per farlo, quindi, il ladro-scienziato tornò a lavorare ai suoi composti chimici, per creare la formula di un gas stordente. Quando l’ebbe trovata, Tom prese il suo orologio multi-uso e lo truccò in modo che potesse anche spruzzare nuvole di gas stordente.
- Eureka, ci sono riuscito! - pensava tra sé e sé - E’ sufficiente che quella “faccia da scimmia” di Lupin sia davanti al mio orologio, per potergli spruzzare questo mio ritrovato! Già m’immagino il suo stupore quando indietreggerà per via del gas, ma soprattutto quando gli sottrarrò la sua preziosa Walther p. 38 d’argento e gli sparerò un colpo al cuore! – poi scoppiò a ridere – AH! AH! AH! Farà un tuffo memorabile dall’aereo e io avrò finalmente la fama che merito! Ora, non mi resta che attendere l’alba per affittare il piper, non vorrei che il mio socio si lamentasse troppo! – infine esclamò – Lupin, povero sciocco credulone, goditi le tue ballerine di hula, domani sarai sottoterra ed io sarò ricco! -
(FINE NON PARTE)
Marco Poggi
Lupin che illusatra a Doc il piano per svaligiare la banca di turno, una situazione tipica del Lupin tv, quello dei piani ben studiati. Inoltre, notate come le cose stanno per combaciare con lo special del 1997. Il piper, il gas soporifero celato nell'orologio multi-uso, le trame di Doc per sbarazzarsi di Lupin...Nella decima parte si arriverà al succo della faccenda, non disperate! RESTATE CON ME, NON MI CHIAMO MONKEY PUNCH, MA NON SONO DA BUTTARE, NO ?
Marco Poggi
bene bene bene ... ottimo anche il "collegamento" a Walther P38 🙂
Marco, il tuo racconto esce lun e giov su Lep, sei come Italia1 dei tempi peggiori mon ami
bye

"Ho visto Lupin III sopravvivere a situazioni ben peggiori di questa: è sempre un passo avanti a noi" - Zenigata in Lupin The 3rd The Movie- D
(DECIMA PARTE)
Il giorno seguente, Lupin III e Tom Timble, travestiti da turisti, arrivarono nei pressi della “FIRST HAWAIIAN BANK”. Era quasi mezzogiorno, l’ora fissata dai due ladri per la rapina. Con tranquillità, Lupin parcheggiò la sua Mercedes SSK ed entrò in banca. Tom fece lo stesso. Nello stesso momento, quattro uomini con impermeabile nero e cappello calcato negli occhi, spiavano le mosse di Lupin e di Tom, da un vicolo buio.
- Sono entrati in banca! – disse uno dei quattro – Li ho riconosciuti anche travestiti da turisti. Si, non ci sono dubbi, sono Lupin III e il suo socio, Tom Timble! -
- Credevano di farla in barba agli uomini don Germano Acquasanta, ma la vendetta, alla fine, sarà nostra! – intervenne il secondo.
- Che cosa facciamo ? – chiese il terzo – Irrompiamo nella banca e li uccidiamo ? –
- Io ci sto, facciamo fuori quelle canaglie che hanno ucciso il nostro capo! – esclamò il quarto.
- No, ragazzi, ho un’idea migliore! – disse di nuovo il primo mafioso – Lasciamoli fare, poi, quando si crederanno al sicuro, interverremo! –
A mezzogiorno spaccato, Lupin III e Tom Timble si tolsero i travestimenti, ed estrassero le loro pistole.
- Okay, okay, tutti fermi, questa è una rapina! – esclamò a gran voce Lupin.
Gli impiegati e i clienti della banca alzarono subito le mani, ma uno dei poliziotti di guardia riuscì lo stesso ad estrarre velocemente la sua arma dalla fondina. Stava per fare fuoco contro i ladri, quando una pallottola della 45 automatica di Tom Timble lo raggiunse e gli spaccò il cranio in due. L’uomo stramazzò al suolo senza vita, mentre Lupin, inorridito, rimase ad osservare il sangue del poliziotto che colava sul tappeto.
- Dovevo farlo, altrimenti ci avrebbe uccisi, Lupin! – disse Tom, rompendo quel silenzio tombale.
- Forse! – ribatté Lupin – Ma è stato lo stesso una cosa terribile, potevi semplicemente disarmarlo, no ? –
- No, ci avrebbe uccisi senza esitazione, Lupin! – rispose seccamente Tom – Ora dimmi, cosa devo fare ? – e Lupin estrasse un po’ d’esplosivo al plastico dalla sua giacca e disse al suo socio:
- Piazzalo nella cassaforte e falla saltare! – poi, rivolgendosi ai clienti, disse – Andatevene via da qui, non vogliamo i vostri soldi, ma solo quelli della banca! Avanti, che cosa aspettate ? Andatevene via, non vedete che c’è scappato già un morto ? – ripeté Lupin, sparando un colpo in aria.
I clienti, impauriti, iniziarono a fuggire dalla “FIRST HAWAIIAN BANK” urlando, mentre Tom collocava l’esplosivo davanti alla porta blindata della cassaforte.
- Co…co…cosa volete ? – chiese, balbettando, un impiegato – Vo…vo…volete ucciderci ? – e Lupin rispose:
- Vogliamo tutti i soldi che stanno in cassaforte! Fra poco ci saranno i fuochi d’artificio, quindi vi consiglio di mettervi tutti al sicuro! –
Tom accese la miccia e andò a nascondersi assieme a Lupin III. Dopo neanche un minuto, la porta blindata saltò per aria. La cassaforte, come Lupin aveva predetto, era piena di dollari. I due ladri, dopo essere usciti dai loro nascondigli, iniziarono a riempire i sacchi di denaro e, a turno, li caricarono in macchina. Dopo aver caricato tutto, Lupin lasciò il suo biglietto da visita (la sua faccia scimmiesca che fa una smorfia) al direttore della banca, che svenne non appena ebbe riconosciuto il ladro.
Stavano per fuggire tranquillamente col bottino, quando un suono a loro familiare fece voltare i due ladri di scatto. Era il suono delle sirene delle auto-pattuglie della polizia! Lupin e Tom si stupirono, soprattutto perché di auto-pattuglie ne arrivarono ben sei! L’arrivo improvviso della polizia, fece sobbalzare anche i quattro killer di don Germano Acquasanta, che videro la Mercedes di Lupin sterzare di colpo e partire a tutto gas.
- La polizia! – esclamò uno – Ora cosa facciamo ? –
- Li seguiamo senza farci notare, per vedere cosa succede! Andiamo, ragazzi, la nostra Ford ci attende! – rispose uno degli altri tre killer.
Frattanto, la Mercedes SSK con motore modificato, con Tom alla giuda, aveva preso letteralmente il volo, mentre Lupin, con la sua Walther p. 38 d’argento, cercava di colpire le gomme delle auto-pattuglie che li inseguivano. Un proiettile andò a segno e tre auto-pattuglie si scontrarono fra loro.
- Sbrigati, Tommy boy, raggiungiamo il “Picco del diavolo”, quest’incidente non li fermerà per molto! – ordinò Lupin al suo complice.
La Mercedes continuò la sua folle corsa verso il “Picco del diavolo”, inseguita dalle rimanenti tre auto-pattuglie e dai killer di don Germano, che si tenevano a debita distanza. Quando Lupin e Tom arrivarono a destinazione (dove li attendeva il famoso piper di colore giallo che li doveva portare in salvo), fermarono la Mercedes di colpo e caricarono velocemente il denaro dentro l’aereo. Poi, Tom si mise ai comandi e il piper iniziò a decollare velocemente, mentre Lupin copriva la fuga del complice, sparando alle auto-pattuglie che avevano raggiunto il Picco. Con un salto, Lupin raggiunse l’aereo che stava spiccando il volo. Il giovane ladro non aveva fatto in tempo a “salutare” sarcasticamente i poliziotti e ad entrare nell’aereo che una nuvola di gas lo colpì in pieno viso, facendolo indietreggiare. Il gas era uscito dall’orologio multi-uso di Tom Timble, che s’impossessò rapidamente della Walther P. 38 d’argento del suo socio per sparargli un colpo a tradimento dritto al cuore.
(FINE DECIMA PARTE)
Marco Poggi
(DECIMA PARTE - CONCLUSIONE)
- Pe... perché, Tom ? – riuscì a balbettare Lupin.
- Perché il mondo è dei più furbi ed io lo sono! Addio, Lupin III, ora sono io il re dei ladri! – esclamò, ridacchiando, il “Serpente Velenoso”.
Lupin III iniziò a cadere nel vuoto, stupito dal tradimento del suo socio. Per la prima volta, era stato tradito da qualcuno di cui si fidava, un uomo che gli aveva anche preso la sua Walther p. 38 d’argento e che gli aveva sparato a bruciapelo. In quegli istanti, Lupin si chiese se la sua vita fosse davvero alla fine, poi cadde in acqua, mentre il piper s’allontanò dalla zona. I killer di don Germano Acquasanta, che erano giunti nei pressi del Picco, si fermarono di colpo ed osservarono col binocolo Lupin precipitare in mare.
- Sembra che a Lupin III sia andata male, il suo socio deve avergli fatto la pelle per prendersi il bottino tutto per sé! – disse il guidatore.
- Nessuno può sopravvivere, cadendo da quell’altezza! Andiamocene! – sentenziò un altro.
- No! – esclamò il guidatore – Lupin III è morto, è vero, ma il suo socio traditore è ancora vivo! –
- Già, è ancora vivo! - ripeté un altro killer – Ed è lui che ha sparato al nostro boss, ricordate ? –
- Me lo ricordo, me lo ricordo! – disse il quarto killer – Non può passarla liscia, uccidiamolo, finché è a tiro, usando il bazooka! –
- Come sei esagerato, compare! – esclamò il guidatore – No, così ci facciamo solo scorgere dai poliziotti, che stanno iniziando a perlustrare la zona per ritrovare il corpo di Lupin! Andiamocene da qui, verrà presto il momento della nostra meritata vendetta, ve lo giuro! – e la Ford nera se n’andò via dal “Picco del diavolo”.
(FINE DECIMA PARTE - CONCLUSIONE)
Marco Poggi
In questa decima parte (divisa in due, SIGH!), il tradimento viene fuori. Se trovate il racconto poco descrittivo e privo di pathos è perché il colpo di scena di Doc è frutto dell'estro degli sceneggiatori dello special del 1997. Potevo soffermarmi su descrizioni più incisive, su dialoghi più serrati, ma volevo arrivare al punto. Ho fatto bene ?
Marco "Doc Ock" Poggi
P.S.: Occhio ai killer di don Germano Acquasanta, va bene ?
(UNDICESIMA PARTE)
La polizia perlustrò la spiaggia, ma non trovò il corpo di Lupin III. Il ladro, benché ferito mortalmente, si era salvato da morte. Aveva nuotato sottacqua finché aveva forza, poi arrivato ad una spiaggia lontana dal “Picco del diavolo”, per la fatica svenne. Il ladro fu ritrovato da una giovane ragazza di diciotto anni, Leilani, che stava pescando perle. Non appena lo vide, la ragazza s’intenerì e lo portò a casa sua per curarlo. Giunta nel bungalow, dove viveva con suo nonno Toniki, Leilani adagiò il corpo di Lupin sul suo letto. Gli levò i vestiti fradici e strappati, gli tolse il giubbotto antiproiettile che aveva fermato la pallottola fatale di Tom Timble, e gli curò la ferita con bende e medicinali. Lupin, nel frattempo, aveva degli incubi e digrignava i denti. Nel suo subconscio, c’era solo Tom che gli sottraeva la sua Walther p. 38 e gli sparava a tradimento.
- Pe…perché, Tom ? – mormorava, mentre nuovamente stava precipitando dal piper – Perché mi hai sparato…a tradimento ? Credevo che fossimo amici! – e Tom sembrava rispondergli sarcastico:
- Amici ? Noi due ? Sei proprio un credulone, Lupin III! Io mi sono unito a te solo per sfruttare il tuo talento e diventare ricco e famoso! –
- No! – urlava Lupin.
- Si, invece! – sembrava contraddirlo Tom – Lo dimostra il fatto che ti ho sparato e sei morto…morto, mortooo! –
- NOOO! – ripeté Lupin, svegliandosi di soprassalto.
Il ladro, in pochi secondi, capì di non essere più sulla spiaggia ferito, ma in un soffice letto. Si guardò il petto e vide una vistosa fasciatura. Poi, si guardò attorno e vide la giovane Leilani e il vecchio Toniki accanto a lui che parlavano.
- Guarda nonno, si è svegliato! – disse la dolce Leilani.
- Do…do…dove mi trovo ? – chiese Lupin.
- Sei a casa mia, straniero! – rispose Toniki – Ti ha trovato mezzo morto mia nipote Leilani, che pesca perle a Waikiki! –
Lupin osservò la ragazza, per qualche minuto. Aveva occhi celesti come il cielo, capelli neri, un corpo da favole e dei seni prorompenti. Ma, soprattutto, aveva un sorriso angelico e un vestito molto esotico. Il ladro fu subito attratto da lei e, senza pensarci due volte, le saltò addosso per tastarle i seni. Ma la ragazza non era una sprovveduta e, con un calcio poderoso, allontanò il voglioso Lupin di qualche metro.
- Ehi, Leilani, ma cosa fai ? – si lamentava Lupin, alzandosi, lentamente in piedi e rimettendosi a letto – Io volevo solo ringraziarti per avermi salvato! –
- E di solito ringrazi così le persone che ti salvano la vita ? – chiese la ragazza.
- Solo le belle ragazze, Leilani, solo le belle ragazze…E tu sei tanto bella, sei bella come un fiore! – arrossì, come un peperone – A proposito, - cambiò tono – non mi sono ancora presentato, io mi chiamo Lupin III! –
- Lupin III ? – ripeté Toniki – E cosa ci facevi mezzo morto sulla spiaggia ? –
- Eh, eh, eh! Un bagno fuori stagione! – rispose, sorridendo, il ladro – E tu, vecchio, come ti chiami ? – e il vecchio:
- Mi chiamo Toniki, faccio il pescatore di perle da quarant’anni, una professione che ho tramandato anche a mia nipote! –
- Pescatore di perle, eh ? - ripeté Lupin – Una professione redditizia! –
- Redditizia ? Mio caro giovanotto, la pesca delle perle è la mia vita, mi sfama e mi fa tirare avanti giorno dopo giorno! – esclamò Toniki.
- Scusami, allora! – ribatté Lupin – Se vi posso aiutare in questi giorni di convalescenza, lo farò volentieri! –
- Solo se mi dirai cosa fai per vivere, Lupin! – disse Toniki.
- Non ti scandalizzi se ti dico che faccio il ladro di professione ? – chiese Lupin.
- E perché mai ? – rispose Toniki, sorridendo – L’avevo capito dalla battuta sulle perle, sai ? –
- Avevi una vistosa ferita vicino al cuore, sai ? – intervenne Leilani – Se il tuo giubbotto antiproiettile non bloccava la pallottola, potevi essere morto! –
- Già, è vero Leilani! – rispose Lupin, guardandosi la ferita.
- Ma chi ti ha sparato ? – chiese Toniki.
- Un conoscente! – rispose Lupin – Un uomo che credevo di conoscere! –
- Comunque, sei stato molto fortunato, Lupin! – disse Leilani - Noi abbiamo soltanto medicato la ferita e messo le bende, ma tu come sapevi che quel tuo conoscente ti avrebbe sparato ? –
- Dammi la giacca, Leilani e lo saprai! – replicò Lupin.
Leilani prese la giacca di Lupin, che era in una sedia, e gliela diede al ladro ferito. Lupin frugò in un taschino segreto e tirò fuori un diamante. Dopodiché, glielo diede a Leilani, che lo guardò stupita.
(FINE UNDICESIMA PARTE)
Marco Poggi
(UNDICESIMA PARTE - CONCLUSIONE)
- Che cos’è ? E’ un dono ? – chiese la ragazza.
- No, è il mio talismano! Si chiama “l’Occhio della Veggente” e si dice che faccia vedere il futuro, Leilani! – rispose Lupin – E’ da un anno e mezzo che lo porto con me! –
- Davvero ? – domandò la ragazza.
- Si, e lo consulto ogni volta che devo compiere un “lavoro” importante! – rispose Lupin – E’ grazie a lui che ho saputo che quel mio…ehmmm…conoscente, mi avrebbe sparato a tradimento! –
- Sei un ragazzo fortunato, se puoi vedere il futuro con questa pietra, Lupin! – disse Leilani.
- Davvero ? Ti piace, Leilani ? – domandò Lupin.
- Si, non mi stancherei mai di guardarlo, Lupin! – rispose la ragazza.
- Allora, è tuo, te lo regalo! – disse Lupin.
- No, Lupin, quello è il tuo talismano! – esclamò Leilani.
- E’ da qualche tempo che mi chiedo perché debba sapere in anticipo il mio futuro, guardando all’interno di un semplice diamante! - cominciò a dire il ladro – Io non voglio viverlo prima che accada, Leilani, io voglio vivere il presente e dimenticare il passato! –
- Davvero ? – chiese Leilani.
- Si, tu mi hai salvato la vita, come posso sdebitarmi con te, se non offrendoti il mio tesoro più prezioso ? – sorrise Lupin.
- Allora, accetto! – disse Leilani.
- Bene! – esclamò euforico il ladro – E visto che abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno…Dammi un bacio Leilani! – si avvicinò alla ragazza, allungando le labbra come la bocca di una piovra.
- Ehi! Ma sei più appiccicoso di un calamaro! – affermò Leilani, allontanandolo con uno schiaffo.
- Ma…ma perché ? – chiese deluso Lupin.
- Lupin, ci conosciamo appena, potrei essere tua sorella minore! – rispose Leilani.
- Lascia perdere, Lupin, mia nipote è un po’ schizzinosa! – disse Toniki.
- L’ho capito dallo schiaffo! Ahia, che male! – esclamò Lupin, toccandosi la guancia.
(FINE UNDICESIMA PARTE - CONCLUSIONE)
Marco Poggi
Nell'undicesima parte, entrano in gioco i salvatori di Lupin III, Leilani e Toniki, pescatori di perle. Spero che vi piaceranno perché essenzialmente è qui che li vedrete in tutto il loro splendore. Qualcuno avrà da ridire sul comportamento di Lupin: se ha l'incubo di Doc che gli spara a tradimento, perché si tiene tutto dentro e inizia a scherzare con i due salvatori ? Io mi sono fatto un'opinione e ho risposto: "PERCHE' E' LUPIN E LUPIN SI CONFIDA INTIMAMENTE SOLO CON I SUOI AMICI PIU' FIDATI!" Spero che apprezzerete questo cambio da tragedia commedia!
Marco Poggi
(DODICESIMA PARTE)
Nel frattempo, a miglia e miglia di distanza, Tom, ignaro che Lupin III era scampato da morte, stava guidando una veloce auto sportiva in una difficile strada piena di curve. Era notte, la pioggia cadeva fitta, i lampi si facevano sentire con fragore, ma “Serpente Velenoso” era in ogni modo soddisfatto. Credeva di aver ucciso il suo rivale, oltre ad avergli sottratto il bottino e la pistola d’argento. Sognava un futuro radioso pieno di successi e fama, ma era ignaro del fatto che altre persone erano interessate a lui: gli uomini del boss mafioso don Germano Acquasanta, che lo avevano seguito dalle Hawaii. Mentre stava ascoltando la radio per sentire se i notiziari avevano confermato la morte di Lupin III, Tom si rese conto, guardando dallo specchietto retrovisore, di essere seguito da una Ford di colore nero con due persone a bordo. Aumentò la velocità per sicurezza, ma l’auto nera fece lo stesso. “Serpente Velenoso” iniziò a spaventarsi, perché la strada era deserta e non poteva chiedere aiuto a nessuno. Osservando nuovamente dallo specchietto retrovisore l’auto nera che si avvicinava, Tom pensò di fare retromarcia e di sparare contro i vetri dell’auto inseguitrice. Una mossa facile, per un ladro esperto come lui, che avrebbe dato i suoi frutti se, all’improvviso, non fosse sbucata, dalla direzione opposta alla sua, una seconda auto nera a bloccargli la strada. Preso tra due fuochi, Tom scese dalla sua automobile per affrontare i tizi in nero, ma questi anticiparono le sue mosse impedendogli di estrarre la Walther p. 38 d’argento che teneva nella sua fondina ascellare. Circondato da quattro killer che lo volevano morto, “Serpente Venoso” chiese ad alta voce:
- Che cosa volete da me ? Chi siete ? –
- Non fare il furbo, sai bene chi siamo! – gli rispose uno dei quattro, mostrandogli la canna della sua 357 Magnum.
- Sie…siete…gli…uomini di don Germano ? – balbettò.
- Ehi, compari, il ragazzo mica è scemo! – esclamò il killer agli altri tre – Certo che lo siamo, bastardo! – riprese a dire l’uomo prendendo Tom per il bavero della giacca – Ci devi la pelle del nostro boss! – e Tom:
- Davvero ? Allora, perché questa sceneggiata ? Perché non mi avete fatto fuori quando ero nell’auto ? –
- Perché non siamo dei codardi, come te! – gli rispose il secondo killer – Abbiamo visto cos’hai fatto al tuo socio al “Picco del diavolo”! Gli hai rubato la pistola e gli hai sparato a tradimento per prenderti il bottino! -
- Si, don Germano era spietato, ma c’insegnò il rispetto per lui! – intervenne il terzo.
- E per rispettare le volontà di un morto, mi avete inseguito fino a qui ? – domandò Tom per la terza volta.
- Certo, alla vendetta di don Germano non si scappa! – gli rispose il primo killer.
- Ehi, ragazzi! – disse il quarto, guardando l’acqua che cadeva fitta – Qui piove a dirotto, facciamolo fuori adesso, o ci becchiamo una polmonite! –
- Hai ragione, io ho già le ossa gelate! – esclamò il primo killer - Dì le tue preghiere, amico! – e caricò il cane della sua 357.
- Aspettate! – urlò “Serpente Velenoso”, cercando di guadagnare tempo – I sacchi con il denaro che io e Lupin III abbiamo sottratto alla “FIRST HAWAIIAN BANK” sono nel bagagliaio della mia auto! Lasciatemi andare e metà del malloppo sarà vostro! –
- E chi ci dice che i soldi sono là dentro ? – domandò uno dei quattro, digrignando i denti.
- Datemi un minuto per aprire e ve lo dimostrerò! – rispose Tom.
- Voi che dite ragazzi, ci possiamo “fidare” ? – disse uno.
- Beh, don Germano c’insegno il rispetto, ma non ci ha fatto mai “sguazzare” nei dollari! – disse un altro.
- Già, lo dimostra che era molto attaccato ai suoi tesori! Vi ricordate come rimirava le sue monete antiche ? – fece un terzo.
- E ci ha sempre trattato come dei pezzenti, ancora mi fanno male le guance per i pizzicotti che mi ha dato la notte in cui morì! – esclamò l’ultimo dei quattro.
- D’accordo, amico, ci hai convinto! – esclamò l’uomo con la 357 Magnum – Apri il bagagliaio, ma bada a non fare scherzi, perché io sono a un passo da te! –
“Serpente Velenoso”, accompagnato dall’uomo in nero, si avvicinò al bagagliaio della sua auto, lo aprì con le chiavi e tirò fuori un paio di sacchi.
- Ecco i sacchi di denaro, prendete la vostra parte! – disse Tom, mostrando i sacchi al killer.
- Chi mi dice che dentro non ci sia sabbia ? – domandò il killer, dubbioso – Aprilo, - gli ordinò – apri il sacco e tira fuori un po’ di mazzette! –
- Okay, le tirò fuori, le tiro fuori! – rispose Tom, frugando nel primo sacco e tirando fuori un paio di mazzette – Ecco soddisfatto ? –
- Certo, certo! Ma…cosa sta succedendo a quel denaro ? – chiese il killer, vedendo le banconote disintegrarsi nel nulla, davanti ai suoi occhi.
- No…no…non saprei, ti…giuro…che le banconote…erano autentiche! – esclamò “Serpente Velenoso” vedendo anch’egli che il denaro si sgretolava a contatto dell’aria.
– Questo è un tuo sporco tiro, Tom Timble, non avrò pietà di te! – disse il killer.
- Ma cosa dici ? Ti giuro che sono le banconote della rapina, ho solo messo i sacchi nel bagagliaio! – esclamò Tom, frugando in altri sacchetti - Predi, ecco altri dollari…Ma…si trasformano anch’essi in polvere! -
Temendo il peggio, come un pazzo, “Serpente Velenoso” gettò tutte le banconote contenute nei sacchi per terra. Ma ogni singolo dollaro si dissolse davanti ai suoi occhi, non appena la carta veniva a contatto con l’aria.
(FINE DODICESIMA PARTE)
Marco Poggi
(DODICESIMA PARTE - CONCLUSIONE)
- Oh, Signore! – esclamò il killer, non credendo ai propri occhi.
- I dollari sono svaniti! – fece il secondo killer, che era accorso, con gli altri due, per vedere meglio quello che stava accadendo.
- Evaporati! – rilevò il terzo.
- Disintegrati! – disse il quarto.
- LUPIN! – esclamò Tom, con gli occhi fuori dalle orbite – QUESTO E’ UN TIRO MANCINO DI LUPIN III! SAPEVA CHE L’AVREI TRADITO CAPITE, LO SAPEVA, IN QUALCHE MANIERA LO SAPEVAAA! – e il primo killer, puntandogli addosso la 357 Magnum, gli disse:
- Sei pazzo, amico, so bene quanto sei abile con i composti chimici, il trucco è tutto tuo, Lupin III non c’entra nulla! Ragazzi, uccidiamolo! –
Il destino di Tom sembrava segnato, ma a cadere sull’asfalto bagnato furono i quattro killer di don Germano Acquasanta. “Serpente Velenoso”, infatti, ebbe il tempo di estrarre la Walther p. 38 d’argento dalla fondina, cadere a terra e sparare per primo contro i quattro aggressori. Una pioggia di pallottole che durò solo alcuni secondi. Poi, il silenzio. La pioggia continuava a cadere, mentre la Walther p. 38 d’argento era ancora puntata nella direzione dei quattro assassini, che giacevano a terra senza vita. “Serpente Velenoso” era ancora vivo, ma non c’era gioia nei suoi occhi. Il denaro, che pensava di aver rubato a Lupin III, si era dissolto nell’aria, gli rimanevano solo i sacchi vuoti come ricordo del suo tradimento e la pistola. Si, la Walther p. 38 d’argento sottratta a Lupin III, che sarebbe diventata, da qual momento in poi, lo strumento dei suoi crimini, Tom diede un’ultima occhiata ai quattro cadaveri in nero, rimise la pistola nella fondina, chiuse il bagagliaio vuoto dell’auto, accese i motori e se n’andò via a tutta velocità.
(FINE DODICESIMA PARTE)
Marco Poggi
Diamo un arrivederci a Doc, perché questa è l'ultima sua apparizione nel mio racconto. Mi direte, ma come ha fatto Doc a non accorgersi del trucco di Lupin dei dollari che evaporano ? Sarebbe stato più logico riporre in una bella valigia i dollari, no ? Giusto, è quello che avevo pensato io inizialmente. Ma poi, ho pensato: Doc ha fretta, deve fuggire col malloppo, quindi ha solo il tempo di comperare con i suoi risparmi l'auto per la fuga, mettere i sacchi dentro il bagagliaio e fuggire. Bella pensata, no ?
Marco Poggi
(TREDICESIMA E ULTIMA PARTE)
In poco tempo, Lupin III cominciò a adattarsi alla vita semplice di Toniki e Leilani. Il ladro aiutava i suoi soccorritori nei lavori di casa e accompagnava Leilani a pescare le perle, ogni giorno. Ma quella vita semplice, quasi oziosa, non faceva per lui. Aveva bisogno d’altre sfide, d’altri tesori da scoprire, d’altre casseforti da scassinare. Era un ladro, l’aveva nel sangue, sapeva che non sarebbe rimasto solo a lungo. Doveva andare incontro al proprio destino, doveva solo aspettare che la ferita si rimarginasse per ritornare nuovamente sulla breccia. Quanto a Tom Timble e al suo tradimento, Lupin III passava molte notti agitate, ma non desiderava dargli la caccia per vendicarsi. Sapeva che un giorno lo avrebbe incontrato nuovamente, come sapeva anche che “Serpente Velenoso” non avrebbe speso nessuna delle banconote sottratte alla “FIRST HAWAIIAN BANK”. Infatti, prima di caricare i sacchi sul piper, Lupin aveva spruzzato un particolare solvente chimico spray sulle mazzette che, a contatto con l’aria, disintegrava letteralmente la carta. Lupin, logicamente, era in possesso anche dello spray che annullava gli effetti del solvente, lo nascondeva nella manica sinistra, come nella destra aveva il primo. “Serpente Velenoso” aveva, quindi, perso credendo di vincere. L’unica cosa che aveva effettivamente rubato a Lupin, era la sua pistola d’argento, ma il re dei ladri scoprì presto che non gli era così legato perché detestava le armi da fuoco. Preferiva, infatti, usare il cervello e i trucchi per gabbare il prossimo e, questa volta, avevano gabbato il suo rivale usando le sue stesse armi: i composti chimici. In poche parole, Lupin III se la rideva e passava il tempo a rincorrere la bella Leilani, che lo mandava sempre in bianco.
CONCLUSIONE
Un mese dopo questi avvenimenti, Lupin III, senza dire una parola, lasciò il bungalow di Toniki e Leilani, prese il primo volo per il Giappone, acquistò una Walther p. 38 d’acciaio e tornò a far parlare di sé. In poco tempo, tornò ad essere ciò che era, un ladro, e niente e nessuno sembrava ostacolarlo. Ma la situazione sarebbe cambiata e lui non sarebbe più stato un lupo solitario. In America, Lupin avrebbe incontrato il killer Jigen Daisuke, che sarebbe diventato suo amico e socio per la vita. In Grecia, avrebbe conosciuto la conturbante e misteriosa Fujiko Mine, che lo avrebbe trascinato in mille e mille avventure. Mentre in Giappone, avrebbe incontrato la sua nemesi definitiva, l’ispettore Kouchi Zenigata, e avrebbe “incrociato” la spada con il samurai Goemon Hishikawa XIII. Quattro personaggi densi di fascino, quattro fratelli per la vita, o meglio due fratelli, un rivale e un’amante-traditrice che stimolava la sua fantasia e i suoi sogni.
Quanto a Tom “Serpente Velenoso” Timble, non ebbe il tempo per farsi un nome nella mala, perché fu “reclutato” da un governo straniero per entrare a far parte dell’organizzazione d’assassini chiamata “Tarantola”. I medici della “Tarantola” gli fecero una plastica facciale al viso, gli schiarirono i capelli, gli iniettarono un veleno usando un tatuaggio a forma di ragno nero nella mano destra e lo rinchiusero, assieme ad altri tipi come lui, nell’oscura “isola degli assassini” comandata dal bieco Monsieur Gordeaux, un uomo corpulento dal braccio bionico. Non avendo via d’uscita, perché l’isola era satura di un gas mortale, Tom cambiò atteggiamento, si fece chiamare “Doc”, “il dottore”, e iniziò a farsi delle amicizie fra i killer che desideravano fuggire dall’isola maledetta. Tom, però, non si dimenticò del suo ex-socio Lupin III, anzi, s’interessò a tutti i suoi colpi, perché il primo complice non si scorda mai. Sapeva, infatti, che avrebbe avuto un giorno bisogno di lui e per attirarlo sull’isola s’inventò uno stratagemma crudele. Avrebbe usato la Walther p. 38 d’argento per “attirare la sua attenzione”, ma questa sarebbe stata un’altra storia, un’altra incredibile avventura di Lupin III.
FINE
Marco Poggi
L'agognato finale. Eppure, può sembrare strano, ma inizialmente avevo pensato ad un dialogo conclusivo fra il vecchio, la ragazza e Lupin. Avevo pensato a Lupin che se ne stava andando e a Toniki che gli chiedeva del suo continuo incubo e del perché se ne volesse andare. Poi, mi sono reso conto che non m'interessava approfondire le personalità della ragazza e del vecchio, perché a me premeva il rapporto fra Lupin e Doc e così mi sono dato alla prosa e non ai dialoghi. Spero che comunque questa conclusione vi piaccia.
Marco Poggi
P.S.: Ho pubblicato le tre parti finali del mio racconto di seguito, perché ormai il clue era stato narrato e le conclusioni era meglio tirarle subito. Attendo commenti finali!

